Il volume d’affari srl semplificata: il mistero del mistero

Il volume d’affari srl semplificata: il mistero del mistero

 

Anche ciò che riguarda il volume d’affari srl semplificata rientra nel tanto famoso gioco carta vince e carta perde, passatempo molto in voga nel nostro paese. Non per nulla, il codice legislativo italiano, anche per quanto verte tasse e contabilità, spese iniziali e spese annuali, costi di gestione e via dicendo, brilla per le infinite forme che si possono scegliere.

società a responsabilità limitata unipersonale

A livello di tassazione, quindi, il regime fiscale che un imprenditore potrà scegliere è infinito.

Tramandata dalla storia, è divenuta celebre la frase “dammi una leva e ti solleverò il mondo”. Quindi, parafrasando questo profondo pensiero, proviamo a fissare un punto per provare a comprendere meglio questa arzigogolata situazione.

 

Le opzioni: dove tutto ha la sua origine

Che sia per scelta o per necessità, il lavoro autonomo è una opzione lavorativa permessa. Fino a qui, tutto bene, forse! Infatti, in Italia il paese delle infinite opzioni, differenzia tra professione abituale ed esclusiva, e questo per questioni di tasse.

Infatti, se il lavoro autonomo è svolto in forma occasionale, allora il volume d’affare, o meglio, quanto si incassa, dovrà essere indicato nella propria dichiarazione dei redditi e questo fino ad una determinata cifra.

Invece, se il lavoro autonomo è esclusivo, o si supera la cifra fissata dal legislatore, allora sarà necessario aprire la partita iva. Ma aprire una partiva iva, non significa costituire una delle infinite possibili tipologie di società. Infatti, anche qui esistono due tipi di opzioni.

In pratica se si svolge una attività che è professionale, ad esempio ci si occupa di consulenza aziendale, allora essendo un professionista non si dovrà avviare una ditta ma sarà sufficiente la partita iva. Di contro, se si è, sempre per fare un esempio, un artigiano o si produce il pane, si è dovuti ad aprire una ditta. Ovviamente, sono percorsi diversi con diversi adempimenti.

 

Il volume d’affari, la magica parola per entrare in un regime contabile

Arriviamo, dopo una doverosa panoramica, al concetto di volume d’affari. Allo Stato quello che sta fondamentalmente a cuore è incassare, pur tuttavia, essendo magnanimo, permette al contribuente di scegliere lo strumento di tortura.

Questo formidabile mezzo è il regime contabile che si vorrà scegliere. Fra i numerosi e originai regimi fiscali proposti dal nostro efficiente Stato, vi è quello noto come “dei minimi”, il quale ha dei palesi vantaggi.

Ma, dato che vige il gioco della carta vince e della carta perde, vediamo cosa si è inventato il legislatore.

Da un lato, quindi, consente di poter avviare una srl semplificata, con tutti i benefici derivanti da una società di capitali pur avendo un solo euro di capitale, dall’altra, come sorta di contro bilanciamento, ha stabilito, con decreto risalente al 2011, che per ottenere un regime contabile giudicato particolarmente vantaggioso, il volume di affari annuale non deve superare i trentamila euro.

Ma questo è niente. Infatti, sulla base di ragionamenti che richiederebbero una lunga dissertazione, una srl semplificata non può adottare il regime dei minimi anche non superando il volume d’affari indicato, dato che non può essere valutata come una ditta individuali.

Quindi, una srl semplificata dovrà optare sul regime fiscale noto come ordinario.

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